Come accade anche in altre antiche parrocchie, l’attuale chiesa di Vertova è frutto di numerosi rimaneggiamenti e ricostruzioni che nei secoli si sono rincorsi portati dai cambiamenti di gusto e di stile.
La chiesa, già nota nel 1277, fu ampiamente rifatta tra il 1690 e il 1707 su progetto di G. B. Quadrio.
La sobria e severa architettura esterna è incorniciata da uno slanciato e ampio portico che la avvolge su due lati. Il pittoresco campanile, soprainnalzato nel 1710, conferisce alla struttura un’imponenza particolarmente accentuata dalla posizione sopraelevata
dell’edificio rispetto al paese sottostante.
Al semplice candore esterno si contrappone il fastosissimo interno barocco strutturato con un’ampia navata centrale, affiancata da due navatelle minori che raccordano le cappelle degli altari laterali con l’aula centrale. La ricchissima decorazione in stucco
dorato e medaglie dipinte dilaga dalla volta centrale in tutta la chiesa, opprimendo un poco la ricercata architettura dell’edificio, ma conferendo all’insieme un’atmosfera gioiosa e solenne.
Maria Assunta è titolare del tempio, mentre San Patrizio e San Marco, di cui si conservano varie effigi, sono i patroni della comunità. L’altare maggiore, dedicato all’Assunzione di Maria, conserva una bella pala di Domenico Carpinoni e uno stupefacente coro
intagliato con stalli della bottega dei Caniana, cariatidi di Andrea Fantoni e medaglie in terracotta di D. Bianchi. L’altare marmoreo è invece realizzato con gusto neoclassico e abbellito da sculture in bronzo di G. Siccardi.
Tra gli altari laterali spicca, superbamente adornato, quello della Madonna del Rosario disegnato da G. B. Caniana nel 1708 e realizzato dalle botteghe dei Manni e dei Fantoni con una notevolissima profusione di marmi. Tra le opere scultoree merita attenzione
il paliotto dell’altare dei Morti realizzato da Andrea Fantoni come il pulpito e le due mostre d’organo.
Tra le numerose opere pittoriche di pregio è certamente degna di menzione la Pala della Madonna con Bambino e i Santi Marco e Patrizio di E. Salmeggia (1611). Nella chiesa sono visibili anche dipinti di G. Galizzi (1574), P. Ronzelli (1621), L. Dorigny (1708),
G. Lazzarini (1716), G. e V. A. Orelli (c.1774), C. Bellosio (1829), L. Morgari e A. Secchi.
Interessante anche la pala di Giuseppe Brina raffigurante la Madonna del Suffragio all’altare dei morti.