Da un attento esame delle tipologie dei Musei appartenenti alla Rete e delle loro collezioni permanenti, il Comitato di Gestione della Rete ha identificato come prioritario provvedere al riordino e alla valorizzazione coordinata delle collezioni.
L’idea che sta alla base delle strategie ideate è quella di coordinare i musei anche sul versante delle collezioni e degli allestimenti, in modo che, pur mantenendo ognuno le proprie specificità, sia possibile identificare e promuovere una linea allestitiva
e tematica comune. In questo modo, le collezioni diventano la vera chiave di lettura della missione dei vari musei e della Rete stessa, rimandando al contempo al territorio in cui sono inseriti.
Porre l’attenzione sulla centralità delle collezioni significa per i musei della Rete rispecchiare le caratteristiche della chiesa bergamasca in cui essi sono nati e si sono sviluppati e far perciò riferimento a un territorio ben definito a cui gli oggetti
esposti rinviano per l’origine o la loro storia precedente.
Fin da subito, nell’elaborazione di una prima analisi delle collezioni dei vari musei, è emersa con chiarezza la coerenza, in termini temporali e tematici (sono tutte opere del XV e XVI secolo, ad eccezione di quelle conservate a Vertova), di alcune sculture
lignee presenti nei depositi o nelle collezioni dei musei.
Da un’analisi tecnica più approfondita, è risultato che tutte le opere si trovano in forte stato di degrado e necessitano pertanto di un urgente intervento di restauro (per un approfondimento tecnico si rimanda al “Progetto per il restauro di alcune sculture
lignee site nei Musei Diocesani della Provincia di Bergamo”, preventivo fornito dai restauratori Luciano ed Eugenio Gritti).
L’intervento è indirizzato alla valorizzazione e alla fruizione da parte del pubblico delle opere che saranno restaurate: tali opere infatti risiedono nei depositi e non sono attualmente accessibili al pubblico, mentre al termine del restauro saranno esposte
e valorizzate in modo permanente nelle esposizioni dei singoli musei.
LE OPERE DA RESTAURARE
Museo Adriano Bernareggi
Sette sculture (scultura lignea policroma di Pietro Bussolo, XV secolo).
Le sculture fanno parte del polittico di Albino realizzato dallo scultore lombardo Pietro Bussolo. Tre di queste sono raffigurate in piedi ed erano inserite nel primo ordine del polittico. Nel secondo ordine erano inserite tre sculture a mezzo busto con al
centro la Madonna con il bambino. L’ultima scultura è l’Ecce Homo, sempre a mezzo busto e collocato probabilmente sopra l’intero manufatto.
Museo d’arte sacra S. Martino di Alzano Lombardo
Crocefisso (scultura lignea policroma di autore ignoto, XVI secolo).
L’opera, realizzata nel XVI secolo, raffigura il Cristo crocefisso. La scultura è fissata alla croce mediante i tre canonici chiodi, due alle mani e uno ai piedi. La testa, leggermente reclinata verso sinistra, è circoscritta da una corona di spine intagliata.
Un meccanismo a perni permette di reclinare le braccia e la testa della scultura, così da farla divenire un “Cristo deposto” per poter utilizzare l’opera durante le celebrazioni del Venerdì Santo.
Museo della Basilica di Gandino
Madonna con Bambino (scultura lignea policroma di Pietro Bussolo, XV secolo).
La scultura, realizzata nel XV secolo da Pietro Bussolo, è un’opera attribuita a Pietro Bussolo e raffigura la Vergine seduta con il Bambino in grembo.
La scultura è stata già restaurata nel 1965 senza la rimozione completa della ridipintura che ancora oggi copre in parte l’originale.
Annunciazione e figure di Santi (scultura lignea policroma di autore ignoto, XV secolo).
Le sculture rappresentano l’Annunciazione, cinque Santi e due busti di Santi.
Tutte le opere risalgono al XVI secolo e sono già state restaurate negli anni sessanta.
Museo Parrocchiale S. Maria Assunta di Romano di Lombardia
Crocefisso (scultura lignea policroma di autore ignoto, XV secolo).
La scultura raffigura il Cristo crocefisso. L’opera è fissata alla croce – non coeva – mediante i tre canonici chiodi, due alle mani e uno ai piedi. La testa, leggermente reclinata verso sinistra, è circoscritta da una corona realizzata con della corda successivamente
gessata e dipinta. La croce è stata realizzata per essere inserita in una base e non per essere appesa.
Museo parrocchiale S. Maria Assunta in Vertova
Crocefisso (scultura lignea policroma di autore ignoto, XVI secolo).
La scultura raffigura il Cristo crocefisso. L’opera è fissata alla croce – non coeva – mediante i tre canonici chiodi, due alle mani e uno ai piedi. La testa, leggermente reclinata verso sinistra, è circoscritta da una corona intagliata direttamente nel legno.
Una particolarità è la realizzazione delle vene sul corpo mediante l’intaglio diretto nel legno. Sulla croce è applicata un’aureola dorata del XVII secolo così come un cartiglio anch’esso dorato.
Quattro Angeli (scultura lignea policroma di autore ignoto, XVIII secolo).
Le sculture raffigurano degli angeli. Le quattro figure provengono probabilmente da due diversi altari e ora si trovano collocati a coppia sull’altare maggiore della Parrocchia. Gli abiti sono dorati e argentati, le ali dorate e gli incarnati dipinti. Poggiano
su basamenti raffiguranti allegorie di nuvole con inseriti delle teste di angeli.
Museo parrocchiale di Rovetta
Coppia di sculture (scultura lignea policroma della Bottega dei Fantoni, XVIII secolo).
Le due sculture, realizzate dalla Bottega dei Fantoni nel XVIII secolo, sono in legno dipinto a imitazione del marmo.
Esse sono collocate alla base della pala dell’altare maggiore nella Parrocchia di Rovetta. Le condizioni di conservazione sono estremamente precarie.