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Il Museo "don Carlo Villa"
Il museo “don Carlo Villa” è ubicato nell’edificio settecentesco retrostante la Chiesa nuova di san Lorenzo in Rossino.
Distribuito su due piani raccoglie uno straordinario spaccato di arte e culto popolare, oggettistica, stampe, paramenti sacri che va dal XV al XX secolo.

Il materiale esposto proviene dalle dotazioni parrocchiali, da donazioni private e da recuperi sul territorio di importanti testimonianze che rischiavano di essere perdute in quanto non annoverate all’interno dell’arte comunemente considerata “colta”.

Dopo la visita alla chiesa parrocchiale e alla relativa sacrestia, dove si conserva la celebre Immacolata ad opera di Carlo Ceresa, il percorso muove in una sala dedicata ad alcuni corredi e a suppellettili funebri. Seguono sale ove oreficerie e paramenti, immagini di devozione e dipinti evidenziano come questa piccola comunità abbia saputo testimoniare la fede lungo i secoli. Tra le opere più importanti è da segnalare il reliquario contenente la “Sacra Spina” che, secondo la tradizione, con quella più celebre di San Giovanni Bianco, sarebbe appartenuta al re di Francia.

Per la finezza esecutiva si contraddistingue un crocefisso per il culto giansenista di tardo Seicento scolpito in avorio. Una serie di reperti rinvenuti durante i lavori di ristrutturazione della chiesa nell’area absidale consentono di delineare le fasi di sviluppo dell’edificio. Nel percorso espositivo sono anche dei lacerti di affreschi ubicati in un tratto murario appartenente alla chiesa precedente e un prezioso crocifisso del XVI secolo col il capo mobile e capelli umani.

SAN LORENZO VECCHIO, LE RADICI DEL CULTO CRISTIANO

La visita a Rossino si articola in due poli distinti: quello del complesso relativo alla chiesa parrocchiale attuale con l’annesso museo e la vicina chiesa quattrocentesca di san Lorenzo. Questo autentico gioiello artistico ed architettonico conserva al suo interno importanti testimonianze pittoriche risalenti al XV e XVI secc. e il sacello del culto al protomartire san Lorenzo che potrebbe risalire al settimo VII secolo in relazione alla prima cristianizzazione della Val san Martino.

In questo luogo intriso di atavica spiritualità è possibile cogliere la relazione tra la missione salvifica universale di Cristo, rappresentate rispettivamente dal grande affresco della Crocifissione nel presbiterio e dal Pantocratore ubicato sulla volta soprastante e la figura eroica del martire Lorenzo esemplare seguace di Cristo nel tumulto della storia.

SULLE TRACCE DELL'INNOMINATO...

Per il visitatore più attento ricordiamo che la zona di Rossino richiama continuamente la topografia manzoniana descritta nei promessi sposi. Località come Malanotte, Castellaccio, Castel Rubro (Rossino) ricordando le vicende dell’Innominato, considerando che il Manzoni era solito frequentare la zona durante le passeggiate alla ricerca di spunti e riflessioni per il suo capolavoro.