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I LABORATORI DI ARTEXICRE JR IN CITTA' ALTA
6 esperienze d'arte in Città Alta 
per i bambini dai 6 ai 10 anni
I LABORATORI DI ARTEXICRE JR
in Città Alta

Per i bambini e le bambine di 6 / 7 anni

CORPI DI LUCE
nella città illuminata

La pittura è una professione da cieco:
uno non può dipingere ciò che vede,
ma ciò che sente,
ciò che dice a se stesso
riguardo a ciò che ha visto.
Pablo Picasso

Chi ha detto che si può disegnare solo con le mani? Cambiamo prospettiva! Stravolgiamo le regole e scopriamo le potenzialità del nostro corpo! Non c’è strumento migliore per esprimere ciò che sentiamo. Nel laboratorio i bambini, attraverso il movimento, la musica, il disegno e i colori si esprimeranno in totale libertà. I corpi si trasformeranno in una sorta di pastello vivente, a cui verrà chiesto di lasciare la propria traccia, non solo con i colori ma anche con scie di luce che verranno catturate dalla macchina fotografica.

Il laboratorio prende ispirazione dal tema di lancio di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023: "La città illuminata" ed è coprodotto con ABC Allegra Brigata Cinematica.


PER FARE L'ALBERO
ri-creare, coltivare, curare

Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato.
E offre ispirazione e creatività a quanti sappiano guardarlo
con occhio giovane, libero e aperto.
F. Tassi da J. Giono, L’uomo che piantava gli alberi

Fonte di ispirazione dell’artista bergamasco Cesare Benaglia è la vita con i suoi cicli, il fascino del ripetersi dei ritmi della natura, con i suoi frutti e le sue forme, ogni anno uguali ma sempre diversi. In continuità con la tradizione della famiglia, da sempre dedita alla falegnameria, e con la tradizione affettiva che lo lega al territorio in cui è cresciuto e da sempre vive, Benaglia valorizza ciò che Madre Natura ci offre. Elementi dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della stessa terra, da cui tutto nasce e in cui tutto si riversa. Di particolare evidenza è il legame con gli alberi: dal seme e dalla terra in cui sono piantati, alle particolarità delle loro forme, fino al dono prezioso che offrono al termine del loro ciclo di vita: l’anima lignea. Tutto concorre a creare ciò che Cesare chiama tarsimie (dall’unione delle parole ‘tarsie’ e ‘mie’): «quadri costruiti con materiali diversi: strati di legni, segature, sabbie, terre naturali, radici, sassi [...]», vissuti nel tempo e nelle diverse stagioni.
A partire dall’idea dell’artista, i ragazzi creeranno una piccola tarsimia che comporranno utilizzando elementi naturali che il Creato, in particolare la terra e gli alberi, offrono. Non si tratterà di un semplice accostamento di materiali, ma sarà il risultato di una scelta artistica guidata dall’istinto verso le simmetrie e i contrasti di forme e di tonalità.

LUCE DEI MIEI OCCHI
Cosa ne faremo dei nostri sguardi?

E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro, anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra.
Elsa Morante

Piccoli mondi segreti, quelli racchiusi negli occhi di ciascuno, che si svelano nella magia della relazione, quando uno sguardo incontra l’altro. Sguardi che possono essere pesanti, scettici e giudicanti oppure leggeri, amorevoli e rassicuranti come quelli di una mamma. E noi, come guardiamo gli altri e come ci lasciamo interrogare da occhi estranei? I nostri occhi sono capaci di vedere davvero e dare inizio a relazioni autentiche?
Gli occhi artificiali dell'opera "Sguardi effimeri" di Clara Luiselli daranno il via al laboratorio riflettendo il nostro stesso sguardo: osservandoli penseremo di scrutare l’intimità altrui ma vedremo, riflessa, la nostra interiorità. Attraverso la narrazione le infinite sfumature nascoste nei nostri occhi sembreranno progressivamente più chiare e ognuno sarà capace di farle intimamente proprie, scegliendo come utilizzare il proprio sguardo.



Per i bambini e le bambine di 8 / 10 anni

PACEM IN TERRIS
Nuove parole e nuove immagini di pace

Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
Sono nati quindi per convivere e operare gli uni a bene degli altri.
Giovanni XXIII, Pacem in Terris

Il 9 aprile 1963, in diretta televisiva, Giovanni XXIII firmò la sua ultima enciclica, dedicata al tema della pace e rivolta a tutti gli uomini di buona volontà. Sono passati 60 anni e il messaggio della Pacem in Terris è più attuale che mai, toccando i cuori di tutti coloro che si spendono per la promozione della persona umana e della concordia, per la solidarietà e per la giustizia. Nel laboratorio riscriveremo, per voce di bambino, alcuni passi dell’enciclica di papa Giovanni. Daremo colori e immagini a pagine e parole che hanno fatto la storia del Novecento per trasformare la Pacem in Terris in un vero e proprio libro d’artista.


ALL OVER
Dipingere per stare al mondo

L'immortalità è degli uomini leggeri, degli uomini senza peso, perché soltanto gli uomini senza peso sopravvivono, soltanto loro non sono abbattuti dalla lotta, non sono trascinati giù dalla morte, perché l'uomo leggero non sta «dentro» le cose, ma «intorno» e «sopra» le cose come l'aria e la luce: libero e proprio.
Alberto Savinio

Uno luogo antico trasfigurato dall’arte contemporanea, dove fantasticare in forme e colori. In occasione di Artexicre 2023 l’artista torinese Giulio Zanet è stato invitato a abitare le sue opere il tempietto di Santa Croce. L’architettura medievale dialoga con la pittura contemporanea. Il risultato? Uno spazio di colore dove la pittura è libera e corre su qualsiasi superficie utilizzabile, persino su pavimenti e soffitti, rivelando la concezione che l’artista ha della pittura stessa: “un modo di stare al mondo, un mezzo grazie al quale conoscerlo e capirlo”. Nel laboratorio sperimenteremo la pittura all over, creando i colori, a partire dai pigmenti. Dipingeremo su grandi superfici, fino a ricoprire pavimenti e soffitti, per creare un nostro spazio di colore.

C'ERA UNA VOLTA
racconti di luce

Un racconto eschimese spiega così l'origine della luce:
«II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò».
Se c'è un vero desiderio, se l'oggetto del desiderio è veramente la luce,
il desiderio della luce produce la luce.
Simone Weil

Armiamoci di torce per diventare scrittori di luce, scovando nell’apparente buio tante storie da raccontare. Protagoniste saranno le ombre che daranno vita a storie e personaggi fantastici che ci porteranno al di là del buio. Basta un torcia per indagare il misterioso confine tra il buio e la luce e per dare vita a ombre che abitano l’oscuratità e la rendono spazio di narrazione. Allestiamo un piccolo teatro e giochiamo con luci e ombre per svelare la differenza tra realtà e rappresentazione, tra indefinito e definito, per scoprire come la percezione umana cerchi di ridefinire una forma astratta in una figurativa.