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I LABORATORI DI ARTEXICRE 2023
dal 12 giugno al 28 luglio 2023
in Città Alta e nel tuo Oratorio
per vivere un'estate a colori
22 nuove esperienze d'arte
ARTEXICRE JUNIOR
8 laboratori in oratorio /  6 laboratori in Città Alta


 
CITTA' ALTA. I laboratori sono progettati per gruppi di massimo 20 componenti e hanno una durata di 120 minuti (più il tempo per una breve pausa). È possibile attivare al massimo sei laboratori in contemporanea. I laboratori si effettuano sia la mattina che il pomeriggio, in orario da concordare. Possibilità di fermarsi a pranzo (al sacco). 

ORATORIO.I laboratori sono progettati per gruppi di massimo 20 componenti e hanno una durata tra i 75 e i 90 minuti (più il tempo per una breve pausa). Ogni Cre può prenotare uno o più laboratori in contemporanea. I laboratori si effettuano sia la mattina che il pomeriggio, in orario da concordare, in base alle singole programmazioni.


I LABORATORI DI ARTEXICRE JR
in Città Alta 


Per i bambini e le bambine di 6 / 7 anni

CORPI DI LUCE
nella città illuminata 


La pittura è una professione da cieco:
uno non può dipingere ciò che vede,
ma ciò che sente,
ciò che dice a se stesso
riguardo a ciò che ha visto.

Pablo Picasso

Chi ha detto che si può disegnare solo con le mani? Cambiamo prospettiva! Stravolgiamo le regole e scopriamo le potenzialità del nostro corpo! Non c’è strumento migliore per esprimere ciò che sentiamo. Nel laboratorio i bambini, attraverso il movimento, la musica, il disegno e i colori si esprimeranno in totale libertà. I corpi si trasformeranno in una sorta di pastello vivente, a cui verrà chiesto di lasciare la propria traccia, non solo con i colori ma anche con scie di luce che verranno catturate dalla macchina fotografica.

Il laboratorio prende ispirazione dal tema di lancio di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023: "La città illuminata" ed è coprodotto con ABC Allegra Brigata Cinematica. 


PER FARE L'ALBERO
ri-creare, coltivare, curare


Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato.
E offre ispirazione e creatività a quanti sappiano guardarlo
con occhio giovane, libero e aperto.

F. Tassi da J. Giono, L’uomo che piantava gli alberi

Fonte di ispirazione dell’artista bergamasco Cesare Benaglia è la vita con i suoi cicli, il fascino del ripetersi dei ritmi della natura, con i suoi frutti e le sue forme, ogni anno uguali ma sempre diversi. In continuità con la tradizione della famiglia, da sempre dedita alla falegnameria, e con la tradizione affettiva che lo lega al territorio in cui è cresciuto e da sempre vive, Benaglia valorizza ciò che Madre Natura ci offre. Elementi dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della stessa terra, da cui tutto nasce e in cui tutto si riversa. Di particolare evidenza è il legame con gli alberi: dal seme e dalla terra in cui sono piantati, alle particolarità delle loro forme, fino al dono prezioso che offrono al termine del loro ciclo di vita: l’anima lignea. Tutto concorre a creare ciò che Cesare chiama tarsimie (dall’unione delle parole ‘tarsie’ e ‘mie’): «quadri costruiti con materiali diversi: strati di legni, segature, sabbie, terre naturali, radici, sassi [...]», vissuti nel tempo e nelle diverse stagioni.
A partire dall’idea dell’artista, i ragazzi creeranno una piccola tarsimia che comporranno utilizzando elementi naturali che il Creato, in particolare la terra e gli alberi, offrono. Non si tratterà di un semplice accostamento di materiali, ma sarà il risultato di una scelta artistica guidata dall’istinto verso le simmetrie e i contrasti di forme e di tonalità.

LUCE DEI MIEI OCCHI
Cosa ne faremo dei nostri sguardi?


E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro, anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra.
Elsa Morante

Piccoli mondi segreti, quelli racchiusi negli occhi di ciascuno, che si svelano nella magia della relazione, quando uno sguardo incontra l’altro. Sguardi che possono essere pesanti, scettici e giudicanti oppure leggeri, amorevoli e rassicuranti come quelli di una mamma. E noi, come guardiamo gli altri e come ci lasciamo interrogare da occhi estranei? I nostri occhi sono capaci di vedere davvero e dare inizio a relazioni autentiche?
Gli occhi artificiali dell'opera "Sguardi effimeri" di Clara Luiselli daranno il via al laboratorio riflettendo il nostro stesso sguardo: osservandoli penseremo di scrutare l’intimità altrui ma vedremo, riflessa, la nostra interiorità. Attraverso la narrazione le infinite sfumature nascoste nei nostri occhi sembreranno progressivamente più chiare e ognuno sarà capace di farle intimamente proprie, scegliendo come utilizzare il proprio sguardo.
 


Per i bambini e le bambine di 8 / 10 anni

PACEM IN TERRIS
Nuove parole e nuove immagini di pace


Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
Sono nati quindi per convivere e operare gli uni a bene degli altri.

Giovanni XXIII, Pacem in Terris

Il 9 aprile 1963, in diretta televisiva, Giovanni XXIII firmò la sua ultima enciclica, dedicata al tema della pace e rivolta a tutti gli uomini di buona volontà. Sono passati 60 anni e il messaggio della Pacem in Terris è più attuale che mai, toccando i cuori di tutti coloro che si spendono per la promozione della persona umana e della concordia, per la solidarietà e per la giustizia. Nel laboratorio riscriveremo, per voce di bambino, alcuni passi dell’enciclica di papa Giovanni. Daremo colori e immagini a pagine e parole che hanno fatto la storia del Novecento per trasformare la Pacem in Terris in un vero e proprio libro d’artista.


DANCE CARE
I segni del nostro vivere

La danza è il linguaggio nascosto dell’anima.
Marta Graham

Come do e ricevo uno sguardo? Come mi sento quando entro in contatto con chi ho vicino, quando mi trovo all’interno un abbraccio? E se nella stessa situazione non potessi usare un braccio? Oppure non potessi vedere? A partire da queste riflessioni e dalla visione dell'opera di Elisabetta Di Sopra, The care, in cui attraverso l’uso del linguaggio video si indagano le dinamiche più sensibili della quotidianità e delle sue microstorie inespresse, dove il corpo assume un ruolo centrale perché custode di una memoria e di un suo linguaggio espressivo. 
Attraverso il movimento ci accorgeremo infatti dell’importanza e della preziosità delle nostre occupazioni più semplici: camminare, sedersi, sdraiarsi e rialzarsi ma anche scambiarsi uno sguardo, una stretta di mano, un abbraccio… limitando certi sensi o “abilità” dei nostri corpi ne scopriremo le potenzialità nascoste: fare la stessa attività a occhi chiusi, o senza una gamba, o senza una mano, ci permetterà di realizzarla in maniera inconsueta e, ancora, in maniera curata grazie all’aiuto di un compagno. Esploreremo lo spazio, il movimento, la relazione con gli altri e proveremo a trasformare il tutto in una drammaturgia della cura, che diventarà una piccola opera video.

ALL OVER
Dipingere per stare al mondo


L'immortalità è degli uomini leggeri, degli uomini senza peso, perché soltanto gli uomini senza peso sopravvivono, soltanto loro non sono abbattuti dalla lotta, non sono trascinati giù dalla morte, perché l'uomo leggero non sta «dentro» le cose, ma «intorno» e «sopra» le cose come l'aria e la luce: libero e proprio.
Alberto Savinio

Uno luogo antico trasfigurato dall’arte contemporanea, dove fantasticare in forme e colori. In occasione di Artexicre 2023 l’artista torinese Giulio Zanet è stato invitato a abitare le sue opere il tempietto di Santa Croce. L’architettura medievale dialoga con la pittura contemporanea. Il risultato? Uno spazio di colore dove la pittura è libera e corre su qualsiasi superficie utilizzabile, persino su pavimenti e soffitti, rivelando la concezione che l’artista ha della pittura stessa: “un modo di stare al mondo, un mezzo grazie al quale conoscerlo e capirlo”. Nel laboratorio sperimenteremo la pittura all over, creando i colori, a partire dai pigmenti. Dipingeremo su grandi superfici, fino a ricoprire pavimenti e soffitti, per creare un nostro spazio di colore.

C'ERA UNA VOLTA
racconti di luce


Un racconto eschimese spiega così l'origine della luce:
«II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò».
Se c'è un vero desiderio, se l'oggetto del desiderio è veramente la luce,
il desiderio della luce produce la luce.

Simone Weil

Armiamoci di torce per diventare scrittori di luce, scovando nell’apparente buio tante storie da raccontare. Protagoniste saranno le ombre che daranno vita a storie e personaggi fantastici che ci porteranno al di là del buio. Basta un torcia per indagare il misterioso confine tra il buio e la luce e per dare vita a ombre che abitano l’oscuratità e la rendono spazio di narrazione. Allestiamo un piccolo teatro e giochiamo con luci e ombre per svelare la differenza tra realtà e rappresentazione, tra indefinito e definito, per scoprire come la percezione umana cerchi di ridefinire una forma astratta in una figurativa. 


I LABORATORI DI ARTEXICRE JR
in Oratorio


Per i bambini e le bambine di 6/7 anni

MADRE TERRA
Il profumo della Terra, il lavoro dell’uomo.


La terra. Nostro impasto e nostra culla.
Pasquale Emanuele

«Cresciuto tra campi e boschi dove la Pianura Padana urta le Orobie» Cesare Benaglia, artista bergamasco, da sempre nella sua attività coinvolge i frutti della terra che il Creato offre. Elementi dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della stessa terra sono per Cesare una fonte inesauribile di ispirazione. Con un’attenzione particolare al legno, dovuta alla sua professione iniziale di falegname, Cesare crea quelle che lui stesso chiama tarsimie (dall’unione delle parole ‘tarsie’ e ‘mie’): «quei quadri o bassorilievi costruiti su una superficie qualsiasi con materiali diversi: strati di legni, segature, sabbie, terre naturali, radici, sassi [...]» vissuti nel tempo e nelle diverse stagioni.
I ragazzi creeranno una loro tarsimia a partire dagli elementi che la natura, in particolare la terra e gli alberi, può mettere a disposizione. Non una semplice composizione ma, sulla base della tecnica del mosaico, grazie a piccoli tasselli e accostamenti, verrà prodotta un’opera che non ci lascia, qualcosa che non deperisce ma che semina vita.

LE RADICI DEL COLORE
Misura, mescola e dipingi!


Il colore è la lingua dell’anima della natura,
la lingua dell’anima dell’universo.

Rudolf Steiner

Siete pronti a partire per viaggio nel passato tornando alle origini della pittura? Scopriremo insieme come dipingevano gli antichi artisti, provando a mescolare pigmenti in polvere con diversi ingredienti in un laboratorio tutto pratico e anche un po’ magico! Otterremo così dei colori che andremo a sperimentare insieme, attraverso giochi e stimoli creativi.
Il movimento spontaneo del corpo nello spazio, stimolato dall’ascolto della musica, aiuterà a liberare le sensazioni, gli stati d’animo, le paure di ciascuno di noi per arrivare a rappresentare insieme, in una libera espressione collettiva scarabocchiando, dipingendo macchie e lasciando schizzi. Al termine dell’attività, grazie a rapidi passaggi, le forme astratte realizzate diventeranno disegni figurativi, come per magia.


Per i bambini e le bambini di 8 / 10 anni

Lego©PRESS
Schiaccia traccia

per i bambini e le bambine di 8/10 anni

"Solo una volta riconosciute le criticità della nostra codipendenza, insieme alle nostre irriducibili differenze,
potremo dare pieno valore alle abilità di ciascuno e promuovere le capacità altrui."

Manifesto della cura - The Care Collective

Schiacciare inavvertitamente dei Lego col piede è un'esperienza dolorosissima che tutti abbiamo affrontato almeno una volta da piccoli. Ma cosa accadrebbe invece se a "schiacciarli" fossero un semplice foglio di carta e un rullo tipografico?
Prendendo spunto dalle tecniche dei primi stampatori, riscopriremo  l’arte della stampa a caratteri mobili, utilizzando proprio i celeberrimi mattoncini colorati. Le costruzioni possono essere combinate tra loro un’infinità di volte. Un puzzle di forme e colori dove l’unico limite è la propria immaginazione. Mattoncino dopo mattoncino, i pezzi daranno vita a sagome e simboli da stampare. Inchiostro, cooperazione e sperimentazione sono gli ingredienti fondamentali per costruire insieme, un tassello alla volta, dei piccoli mosaici colorati che una volta impressi su carta lasceranno una traccia di un lavoro, al tempo stesso individuale e collettivo.

SOLID STATE
L'anima delle città


Le città sono un insieme di tante cose:
di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, (...)
ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi
.
Italo Calvino

Ognuno di noi vive e agisce quotidianamente all’interno di una città, un organismo sempre attivo e soggetto a continui cambiamenti che ne mutano forme e aspetti.
Le città, progetti umani per eccellenza, concentrati di energia, cultura, idee, pensieri e azioni, devono essere prima di tutto luoghi in cui si vive bene e preziosa è la continua riflessione su come viverle e renderle vitali. 
Ci interrogheremo sul significato che ha per noi la città o il paese dove abitiamo, e cercheremo insieme di individuare quegli aspetti che più ci stanno a cuore e che vorremmo presenti nella nostra città ideale. Preziosa bussola saranno le parole de "Le città invisibili" di Italo Calvino, di cui nel 2023 ricorre il centenario della nascita. Durante il laboratorio, usando un materiale semplice qual è il cartone, andremo a definire l'essenza delle città intagliandola sui lati delle scatole; queste verranno poi impilate andando a formare una città che conservi al suo interno i nostri desideri e i nostri sogni.


PER FILI E PER SEGNI
ricamare bellezza


Comincia dal principio,
come se quel principio fosse il capo di un filo male arrotolato
che bastasse tirare e continuare a tirare per giungere all’altro capo, quello della fine,
e poi, tra il primo e il secondo, avessimo tra le mani una linea retta e continua
dove non c’era stato bisogno di sciogliere nodi né di districare strozzature,
cosa impossibile che accada nella vita dei gomitoli e nei gomitoli della vita.

Josè Saramago, scrittore

Fili invisibili legano le persone attraverso i ricami degli affetti. Quando parliamo di relazioni spesso utilizziamo la metafora del filo che lega e ricama. Perchè non provare a cimentarsi quindi con la tecnica antica del cucito? Magari dimostrando che non è poi così noiosa, anzi che - con pazienza e cura, può dar forma a piccoli capolavori. Cosa serve? un po' di pazienza e un "ago magico" che ci semplificherà molto la vita. In un mondo che ci fa vivere sempre alla massima velocità, molto spesso privandoci di assaporare la bellezza di alcune attività più lente appartenenti ad altre epoche, proviamo invece a lasciarci trasportare dall’arte del ricamo per poter tornare ad apprezzare attività manuali che liberano la mente e la creatività, restituendo valore al tempo e pregio alla cura di un prodotto creato con inventiva e realizzato a mano. 


RaXiCre
90 minuti di applausi

per i bambini e le bambine di 8/10 anni

La mia penna ed io: l'antenna fra la Terra e Dio.
Marracash

Vi siete mai chiesti come il vostro rapper preferito abbia fatto a scrivere quella canzone che senti in cuffia quando esci di casa? Bella domanda, alla quale - forse - non c'è una risposta unica. Non esiste, infatti, un unico modo per stimolare la creatività e scrivere una bella strofa o un ritornello orecchiabile. Ci possono essere infinite fonti di ispirazione: un dialogo con un amico, un libro, un film, un'opera d'arte o la propria esperienza. Tutte queste cose possono dare strumenti utili alla creazione di un testo.
Durante il laboratorio proveremo, attraverso il gioco e l’improvvisazione, a prendere confidenza con le parole e il loro ritmo , fino alla creazione di una canzone rap originale con la quale mostrare stile ed esprimere il nostro concetto di cura, intesa come attenzione e rispetto per sé stessi, gli altri e la natura e tutto ciò che ci circonda. 


ARTEXICRE SENIOR
laboratori d’arte in Città Alta
I laboratori sono progettati per gruppi di massimo 20 componenti e hanno una durata di 120 minuti (più il tempo per una breve pausa). È possibile attivare al massimo sei laboratori in contemporanea. I laboratori si effettuano sia la mattina che il pomeriggio, in orario da concordare. Possibilità di fermarsi a pranzo (al sacco).

I LABORATORI DI ARTEXICRE SR
in Città Alta


OFF-CAMERA
Fotografie di luce


Fotografare è trattenere il respiro […]
è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore.
È un modo di vivere

Henri Cartier-Bresson
Siamo proprio sicuri che per scattare servano davvero uno smartphone o una macchina fotografica? Man Ray nel 1922 sostiene di aver “inventato” il fotogramma dopo aver inavvertitamente lasciato un foglio di carta fotosensibile esposto alla luce con alcuni oggetti posati sopra…da quel momento quante cose sono cambiate!
Ma perché non compiere insieme un viaggio a ritroso? Riscopriamo il fascino del caso, abbandoniamo gli strumenti digitali ed immergiamoci nel buio per catturare la luce. Tempo, corpo e spazio sono gli ingredienti indispensabili per le idee più belle. Reinventiamo la realtà e, attraverso immaginazione, creatività ed un pizzico di mistero, scopriremo come le immagini, a poco a poco, appariranno proprio davanti ai nostri occhi!

ANIMA E CORPO
Dare forma al battito


“La scultura è come l’arte drammatica, la più difficile e insieme la più facile di tutte le arti.
Copiate un modello, e l’opera è compiuta; ma imprimervi un’anima, creare un tipo,
nel rappresentare un uomo e una donna, è il peccato di Prometeo”.

Honoré de Balzac

Quando si ha tra le mani la materia e ci si appresta alla realizzazione di una scultura sentiamo poco a poco i materiali che si trasformano sotto le nostre mani. Quello che spinge un artista a compire un’opera è la necessità di comunicare qualcosa di sè: sentimenti, stati d’animo, paure e gioie. Dopo anni di attenzione al segno Viveka Assembergs, trova in questa forma artistica un nuovo mezzo per trasmettere il suo pensiero. È questa un’espressione piena di passione che si configura in opere capaci di possedere una loro “anima”, figure solitarie che sono sempre in rapporto con lo spazio che le circonda. Spesso bendati, indicano un desiderio di introspezione. Figure rivolte al nostro intimo, a ciò che rimane nel buio della nostra anima.
Attraverso la visione di alcune sue opere proveremo a realizzare una scultura con materiali che disegnano e modellano. Usando filo di ferro e garze gessate, materiali molto amati dall’artista, proveremo a realizzare un’opera d’arte che ci faccia sentire -prima di tutto- liberi.


TURNING PLASTIC
Riassemblare secondo nuove logiche


"Nella ricerca di nuove creazioni ho in maniera cosciente esplorato il settore dei rifiuti, degli scarti, degli oggetti manufatturati scartati, in una parola: gli inutilizzati. (...) Io affermo che l'espressione dei rifiuti, degli oggetti, possiede il suo valore in sé, direttamente, senza volontà di ordinamento estetico, cancellandoli o rendendoli simili ai colori di una tavolozza”.
Fernandez Arman

In una società dominata dal consumo c’è un tema che è diventato sempre più importante: il riciclo, un’azione pratica che prevede di utilizzare di nuovo degli oggetti che a qualcuno non servono più dando loro nuova vita. Sembra incredibile ma in questo modo, si ha la possibilità di creare con qualsiasi cosa, perfino con quelle che tutti i giorni buttiamo e scartiamo. Dario Tironi è un artista bergamasco che realizza opere d’arte con componenti meccaniche e plastiche usando la “materia” di scarto per dare forma alla sua espressione creativa. Tironi, che realizzerà un'installazione ad hoc per ArtexiCre 2023 nel salone dell'Ex Ateneo di Bergamo, raccoglie oggetti inutilizzati e in un certo senso “se ne prende cura” trasformando ciò che è stato buttato in un lavoro artistico caratterizzato da installazioni e sculture.
Riciclare, de-costruire, ricostruire, assemblare e aggiungere: Saranno queste le parole che ci guideranno prima alla scoperta del suo lavoro e poi, alla creazione di un’opera attraverso una combinazione di materiali inconsueti.

Laboratorio realizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo.

NON AVERE PAURA
La cultura come cura
 

Per essere guarito, lo spirito deve lasciarsi cogliere
da qualcosa che lo trascende, che non gli è estraneo,
ma entro cui si realizzano le sue potenzialità.

(Paul J. Tillich)

Il dolore causato dalla perdita di una persona cara è sempre un’esperienza difficile da affrontare, ancor di più se accade in un periodo come quello della pandemia. L’opera di Camilla Marinoni “Se tornassi indietro non vorrei nemmeno nascere”, che sarà esposta in un salone del Palazzo delle Arti, deriva dall’attualità di un presente drammatico e tragico raccolto dalle testimonianze di persone colpite dal Covid e trasformato in un omaggio commosso alla vita, anche quando viene spezzata dal dolore. Il racconto e l’esperienza narrati sono così paragonati ad uno strappo, improvviso e lacerante, dopo il quale non resta che aggrapparsi ai mutevoli ricordi della persona amata.
E noi, come possiamo esprimere e condividere le nostre paure, i nostri sentimenti e i nostri ricordi con gli altri? Come possiamo trovare un senso a quello che ci accade? Ogni ferita racconta una storia, ogni strappo può essere ricucito, e l’arte permette di sciogliere i nodi del nostro vissuto mostrando i segni tangibili di ogni cambiamento. Strappare e ricucire, ascoltare e esprimersi, cancellare e tracciare per conoscersi e affrontare il futuro con speranza.